Continuando la rubrica sui “frutti dimenticati”, oggi vi racconto una ricetta particolare che ha come protagonisti la Signora Mela (selvatica) e il Signor Porco.
La mela ha diversi significati simbolici, volendola unire al porco in tavola, non ci resta che vederla sotto il suo aspetto più classico di simbolo sessuale: la tradizione la vuole creata da Dioniso per essere donata a Venere, due divinità molto legate ai piaceri della carne e della tavola, tra le altre cose a Venere è sacro il maiale.
La mela racchiude in se la natura sessuale femminile: la credenza popolare vuole che il frutto del peccato che Eva porge ad Adamo sia proprio una mela. E’ simbolo di gioia ultraterrena per i celti che guarda caso adorano il porco.
La similitudine tra le parole latine malus, malum la costringono a indicare il male e il peccato; stessa sorte però tocca al porco, nome troppo vicino a sporco. In definitiva, mele e porco a tavola ci parlano dei due sessi: la natura dolce e aspra della femmina (mela) si mescola alla natura forte e decisa del maschio (il porco) offrendo a chi sa’ sognare un piatto di raro equilibrio.
COSTOLA DI MAIALE ALLE MELE SELVATICHE
Ingredienti (N°6 persone):
Costole maiale Kg. 1.5
Mele selvatiche n°6
Sale, pepe in grani, vino rosso,olio extra vergine d’oliva
Preparazione:
Soffriggere in una padella le costole di maiale tagliate a pezzettini di cm 10, con l’olio extra vergine, salare, aggiungere il vino rosso e lasciare evaporare. Coprire le costole con brodo di carne, aggiungere il pepe in grani e cuocere a fuoco lento fino a rimanere una fondo di cottura medio denso. A circa metà cottura aggiungere le meline lavate con la buccia e tagliate a spicchi. Per addensare la salsa di cottura aggiungere farina di maizena sciolta in poca acqua.
A BTO 2012 si incontra tutto il settore turistico che lavora online, un’occasione per esserci
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Ricetta di maiale con mele selvatiche, equilibrio di sapori per stimolare tutti i piaceri…della carne e della tavola
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/0 Commenti/in Albergo Diffuso, Gastronomia, Itinerari turistici, Mugello, Natura, Racconti, Toscana /da Ercole LegaIngredienti:
4 pere
Un bicchiere di grappa alla pera
Per le pere di guarnizione: pelare le 4 pere, tagliarle a metà e privarle del torsolo, quindi cuocerle in 1 litro di vino rosso Sangiovese e 1 bicchiere di liquore alchermes, ritirarle dal vino ancora abbastanza dure. Fare addensare il vino a fuoco lento. Guarnire la mousse con fette di pere e salsa di vino.
Montebianco: una ricetta dolce con le castagne a confine tra Italia e Francia
/0 Commenti/in Albergo Diffuso, Gastronomia, Itinerari turistici, Mugello, Natura, Racconti, Toscana /da Ercole Lega800 grammi di castagne
3 dl di latte
una stecca di vaniglia
70 gr. di zucchero
3 dl di panna fresca da montare
Sbucciare i frutti, avendo cura di eliminare anche la pellicina. Questa operazione deve essere fatta a caldo, altrimenti la pellicina interna rimane incollata al frutto. Togliere le castagne dall’acqua calda mano a mano che vengono sbucciate.
Mettere i frutti sbucciati in una casseruola, meglio se antiaderente. A piacere, aggiungere un cucchiaino colmo di cacao amaro in polvere. Unire la stecca di vaniglia tagliata in due per il lungo, 50 grammi di zucchero e il latte.
Coprire e cuocere a fuoco bassissimo per 50 minuti circa, o fino a quando i frutti saranno teneri. Lasciare intiepidire e trasferire il tutto nel passaverdura, se necessario, aggiungete poco latte. Passare parte del composto in uno schiacciapatate e premere direttamente sul piatto scelto.
Continuare fino a esaurimento del composto ottenendo alla fine una copuletta. Montate la panna con lo zucchero rimasto. Distribuirla su tutto il dolce senza lisciare troppo, per non ottenere un effetto troppo omogeneo.
Guarnire a piacere con marron glacé a pezzi, scaglie di cioccolato e cacao in polvere.
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/0 Commenti/in Albergo Diffuso, eventi, Gastronomia, Itinerari turistici, Mugello, Natura, Racconti, Toscana /da Ercole LegaPerché si dice: “quella persona è buona come il pane”?
In onore della Festa di San Martino si potrà infatti impastare e cuocere pane e schiacciate in tutto il borgo, assaporando il più semplice e squisito degli alimenti proprio come si faceva una volta.
Si prosegue per arrivare alla dispensa della Locanda Senio, dove la farina si trasforma in impasto per il pane con la lievitazione naturale.
Infine, si porta l’impasto alla cottura nel forno a legna di Borgo dell’oro, che si trova a 50 metri dalla Locanda.
Sarà festa e momento di incontro tra generazioni, perché anche molti ragazzi oggi si divertono ad impastare, cuocere e sfornare pagnotte croccanti che riportano alla memoria i ricordi dei nonni.
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